martedì 24 giugno 2014

I Portici della Misericordia

A volte... i fatti più normali della quotidianità possono diventare annunciatori di messaggi inattesi, com'è accaduto per me ieri quando, al sopraggiungere di un rinfrescante temporale, ho interrotto alcuni piccoli lavori di giardinaggio per cercare riparo sotto i tetti del monastero:
La pioggia comincia subito a scendere abbondante e, in men che non si dica... un velo d'acqua copre la pavimentazione del chiostro.
Così, mentre sto camminando al riparo del più lungo dei cinque segmenti di porticato comunicanti tra loro, e mi dirigo verso l'ingresso del Tempio... mi sembra quasi di passeggiare sul bordo di una piscina.
D'un tratto, mi torna allora in mente la celebre piscina di Betesda che, come racconta Giovanni, aveva "cinque portici" (Gv.5,2) ed era adiacente al Tempio di Gerusalemme.
L'evangelista narra che sotto i portici di Betesda...   "giaceva una gran quantità di ammalati" ... "in attesa del movimento dell'acqua"(Gv.5,3)... e appena lo Spirito di Dio si manifestava provocando questa increspatura, il primo che si immergeva nella piscina otteneva la guarigione dalla sua infermità.

Facilitato dall'atmosfera "acquatica" nella quale mi trovo, mi viene naturale immergermi a mia volta nel testo Giovanneo e, non appena scendo sotto la superficie del significato letterale, posso osservare il "fondale" nascosto.
I cinque portici di Betesda, che in ebraico significa “casa della misericordia”, sono infatti collegati al significato simbolico del numero 5 che, nella Tradizione biblica, rappresenta i cinque libri della Torah, la Legge ebraica denominata dai cristiani Pentateuco.
Dunque... l'infermo che è protagonista dell'episodio narrato da Giovanni (Gv.5,7) rappresenta tutti coloro che sono stati resi simbolicamente "ciechi, zoppi e paralitici" dalla deformazione farisaica della vecchia Legge mosaica... per guarire i quali, Gesù porta la nuova Legge dell'Amore che infrange i formalismi della Tradizione, provocando la reazione dei Giudei... “che perseguitavano Gesù perché faceva queste cose di sabato” (Gv.5,16).

Ora... mentre la pioggia intorno a me diminuisce d'intensità... io sento invece crescere l'intensità dei significati che questa "immersione" mi sta comunicando: l'episodio miracoloso della piscina dai 5 portici si trova infatti nel 5° capitolo del Vangelo di Giovanni e, leggendo in chiave cristiana "il movimento dell'acqua" generato dall'intervento dello Spirito di Dio, mi viene naturale pensare alla Pentecoste, celebrata il 50° giorno dopo la Pasqua...
Non appena associo questo scroscio di 5 con il dono dello Spirito Santo... improvvisamente... nella mia mente tutti questi elementi evangelici si auto-compongono l'un l'altro, e mi appaiono come una sorta di puzzle soprannaturale che mi mostra l'immagine del luogo esatto in cui sto conducendo questa mia particolare "meditazione evangelica".
Infatti, oltre a trovarmi al riparo dei cinque portici di Anima Universale... adesso il Pentagono sacro che sovrasta l'ingresso del Tempio si staglia proprio sopra di me e... l'acqua dell'abbondante pioggia che lo “riempie”, me lo fa vedere proprio come se fosse una “piscina” di cinque lati.
Mi vengono allora in mente le innumerevoli volte che proprio qui lo Spirito Santo ha “smosso le acque”... permettendo a quanti vi si immergevano di guarire le loro malattie fisiche e spirituali, e così adesso non faccio proprio nessuna fatica a "vedere" il Sacro Pentagono dei ramirici come la “Betesda”, cioè la Casa della Misericordia in cui sono venuto ad abitare consacrandomi Ramia di Anima Universale.

Faccio ancora qualche passo e, entrando nel Tempio, salgo le scale che mi portano nel punto in cui, attraverso la finestra, posso vedere ancora meglio il Sacro Rabme:
Osservo il Pentagono, e i cinque segmenti che lo circoscrivono mi fanno pensare al fatto che la Pentecoste dei cristiani ramirici è perennemente "inscritta" nel perimetro del loro Simbolo sacro, a rappresentare il soffio incessante di Ruah, il vento dello Spirito di Dio che raggiunge i fedeli che varcano l'ingresso dell'Ashram.
Per alcuni minuti non mi muovo da lì...
Poi... mentre penso all'a-temporalità del piano di Dio, che nelle esperienze concrete della mia vita sacerdotale mi mostra il passato ed il futuro inglobati nel suo eterno presente... dall'oceano del tempo i miei pensieri fanno emergere come due immagini, una di fronte all'altra:

...quella di “ieri”, con la piscina dai cinque portici nella quale il Cristo ha manifestato il suo potere di guarigione violando "il Sabato", cioè infrangendo le regole schematiche della Tradizione religiosa dell'epoca...
...e quella del mio "oggi", con la "piscina" dai cinque lati nella quale vedo quotidianamente svolgersi la missione spirituale del mio Maestro, anch'essa in violazione dell'odierno "sabato" costituito da una interpretazione "farisaica" del messaggio cristiano.
Sì... adesso tutti i "pezzi" sono andati al loro posto, ed il mosaico della "Piscina" della Misericordia mi si mostra nella sua completezza.



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