martedì 21 aprile 2015

L'ultimo arrivato

Stamattina... al termine di uno scambio di idee con un fedele di un'altra confessione cristiana, lui mi ha mosso una conclusiva “contestazione” che, con parole mie, posso riassumere più o meno così:
« Ma lei, come fa a pensare che la novità degli argomenti teologici, cristianamente "neonati",  di Anima Universale... possa competere con la solidità dei miei, che vantano una tradizione millenaria ? »
Nel corso degli anni ho ormai imparato che questo “tasto” è toccato da coloro che... com'è successo oggi... non vogliono più intendere ragioni, trincerandosi dietro stereotipi del tipo « le chiese "vere" sono solo quelle vecchie di secoli », e sostenendo per conseguenza delle "teologie" secondo le quali la Verità di Dio sarebbe un po' come il vino che, quando è stagionato, vale di più.

Al di là del fatto che dopo poche battute io ed il mio interlocutore ci siamo salutati, a mente fredda mi sono venute in mente le parole di Gesù « Nessuno mette vino nuovo in otri vecchi, ma vino nuovo in otri nuovi; altrimenti il vino fa scoppiare gli otri » (Mc.2.22)... e mi son detto che, come l'esperienza più volte mi ha insegnato, in questi casi non c'è proprio nulla da fare: chi è affezionato agli “otri vecchi”, non può che “rompersi” di fronte alla novità del pensiero cristiano di Swami Roberto.
Nella mia personale esperienza, uno dei “muri” più inscalfibili tra quelli che mi è capitato di fronteggiare è proprio quello eretto da quanti pensano che il Vangelo, dopo duemila anni di cristianesimo, abbia detto tutto quello che doveva dire... e così dimenticano che la Parola di Dio è un insegnamento incessantemente fecondo, che le nuove generazioni di cristiani sono chiamati a rileggere in chiave di attualità per coglierne quella perenne novità che, in realtà, è la prova di autenticità della sua "matrice" divina.
A differenza delle “verità” umane, che inevitabilmente passano di moda con il passare dei secoli, il Vangelo di Cristo è infatti una Verità che non invecchia mai e dunque... chi ha bisogno di far ricorso all'argomento "senilità-religiosa" per supportare le sue posizioni... dimostra semplicemente di “avere fatto il suo tempo”.

« Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno » (Mc 13,31) diceva Gesù... e non lo diceva solo nel senso che le Sue Parole non potranno mai svanire...
La Parola di Dio “non passerà mai” anche per il fatto, da molti ignorato, che la Verità divina è Eterna, cioè al di là del tempo, e dunque non potrà mai essere “passata” neanche nel senso di “datata” secondo il criterio mondano della “anzianità di servizio”.

Quel che è certo... ed io non mi stancherò mai di testimoniarlo... è che il volto di questa a-temporale giovinezza del messaggio evangelico io ho cominciato a farla mia solo seguendo gli insegnamenti di Swami Roberto che... perlomeno... ha superato quei cinquant'anni che invece facevano difetto a Gesù quando i Giudei gli contestavano il fatto che Lui, "l'ultimo arrivato" dei Rabbi, pretendesse di conoscere Dio molto meglio di loro: "Non hai ancora cinquant'anni..." (Gv.8,57).

Tornando all'episodio di oggi... di fronte all'irremovibile convinzione con la quale il mio odierno interlocutore continuava a sostenere la sua “ragione-religiosa”... a suo dire migliore della mia perché veterana di millenni... io l'ho salutato dicendogli: « Lei ha ragione, la Verità cristiana insegnata dal mio Maestro non è “vecchia”... 
Infatti è eterna, perennemente nuova com'è sempre nuovo l' “Eterno-presente” di Dio ».