martedì 19 maggio 2015

Sapore di sale

« Cerco testimoni dell’Invisibile. »
               (Swami Roberto)

Nella sua concisione, questa frase di “Photos by Swami” è riapparsa oggi dalla mia memoria facendomi pensare a quanto possa essere difficile trovare tale tipo di "testimoni", cioè persone capaci di vivere con fedeltà la propria vita spirituale.
D'altronde, visto che già non è facile attestare fedelmente ciò che si tocca con mano... ancora più complicato è essere “testimoni - come dice Swami - dell'Invisibile”, cioè di una dimensione che non è riscontrabile materialmente, nel senso che non può essere quantificata, né dimostrata in modo sperimentale.
Si tratta, in effetti, di una testimonianza che diventa efficace solo quando è accompagnata da un coerente esempio di vita ed è proprio qui che la questione diventa, per tutti, assolutamente impegnativa: passare dalla religione "teorizzata" alla fede vissuta.

“Ma io ce la metto tutta pensano in molti – solo che mi è difficilissimo essere coerente. Sono umano... ho anch'io i miei limiti”.
Se da un lato è indubbiamente così, anche perché ovviamente nessuno è perfetto... dall'altro lato bisogna però evitare che l'auto-giustificazione induca a “glissare” sulla fondamentale verità che, per esempio, è ricordata da questo celebre passo di Matteo:  "Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini”. (Mt.5,13)
Anche in numerosi altri brani evangelici Gesù è particolarmente severo nei confronti delle persone che hanno deciso di seguirLo, a significare che quanti non mantengono fede a questo impegno... oppure lo fanno in modo scorretto, per esempio comportandosi da fanatici... diventano “nocivi” per se stessi ma anche per le persone che incontrano.
La testimonianza incoerente è infatti dannosa per il prossimo, che può trovarsi a rifiutare la fede proprio perché viene informato di una immagine alterata di Dio.
E' questo il caso del "sale-testimone" che diventa “insipido”... e non a caso Matteo usa il termine môranthê, derivazione del verbo greco môrainô, che è lo stesso utilizzato per indicare l'uomo “stolto” (in greco môrô)...
In effetti... quale stoltezza può essere più grande di quella praticata da quanti, avendo trovato la via maestra che conduce all'Eternità, anziché adoperare ogni loro energia per percorrerla spiritualmente a tutta velocità, preferiscono fermarsi ad “esplorare” le sabbie mobili della contraddizione e dell'opportunismo?

In fondo, per essere “testimoni dell'Invisibile” occorre innanzitutto evitare di essere degli auto-lesionisti spirituali... cioè di dissipare quello che viene comunemente definito “il sale che si ha nella zucca”.
Poi, il resto viene di conseguenza, perché la cosa più "normale" che può fare il "sale"... è proprio quella di "salare"... testimoniando Dio.

« La tua vita è il tuo messaggio.
Che sia una splendida novella. »

                          (Swami Roberto)

 








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