lunedì 9 novembre 2015

Vivere davvero

« L'ignoranza spirituale ti induce a pensare: 
“Questi figli sono miei;
questa ricchezza è mia”.
Ma come puoi pensare 

che siano tuoi la ricchezza 
e i figli, quando nemmeno il tuo corpo appartiene a te stesso? »
       (Swami Roberto)

La cultura del “mio” richiamata da queste parole di Swami, mi fa oggi pensare all'"avidità", un vocabolo proveniente dal latino avēre, che significa "desiderare ardentemente"... a sua volta riconducibile al termine sanscrito vedico avâti, che significa “amare”.
Questa origine linguistica che, in modo apparentemente strano, "apparenta" l'amore e l'avidità... è invece indicativa della dualità insita nella nostra libertà, chiamata ad esprimersi in una delle due direzioni diametralmente opposte:
La via dell'amore, quale dedizione alle istanze più profonde del proprio spirito...
oppure la via dell'avidità, quale dedizione a tutto ciò che appaga il proprio ego.
E' quest'ultima la direzione nella quale si muovono, per l'appunto, quanti pensano "questa ricchezza è mia"... "questi figli sono miei”... palesando una mentalità "possessiva" che, per associazione di idee, oggi mi fa venire in mente un aneddoto proveniente dalla letteratura ebraica:
Ad un discepolo che gli chiedeva per quale motivo la cicogna (il cui nome in ebraico è "chassida", cioè “la pia”, perché dimostra amore ai suoi "familiari") facesse parte degli uccelli impuri di cui non ci si può cibare, un rabbino rispose che il motivo consisteva proprio nel fatto... che la cicogna riserva il proprio amore soltanto ai suoi.
Al di là del significato che questo concetto di impurità alimentare assume nella religione ebraica... si tratta di un principio che mi fa oggi pensare, in parallelo, ad una caratteristica umana assai comune: l'amore espresso da chi lo riserva “soltanto ai suoi”, vede intaccata la propria purezza.

E' questo il caso... tornando alle parole di Swami dalle quali sono partito... di quanti per esempio "amano" con possessività solamente i propri figli, arrivando a considerarli una loro "proprietà" e... così facendo... snaturano l'amore orientandolo nella direzione "centripeta" tracciata dall'avidità dell'amor proprio.
Nella direzione opposta vanno invece coloro che amano il loro prossimo in modo disinteressato... liberando la forza “centrifuga” dell'Amore.

« Ci sono molti modi di vivere, ma uno solo per vivere davvero, pienamente, totalmente :
non vivere per se stessi. »
                 (Swami Roberto)





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