La mia Anima Universale

UNA SCUOLA... MA NON PER COPIONI

Vi ricordate i tempi in cui eravate a scuola?
Per qualcuno sono passato remoto, per altri passato prossimo... e c'è  anche chi vive un presente da studente.
Io credo che un po' tutti abbiano provato una tentazione tipicamente scolastica: quella di copiare le soluzioni dei problemi di matematica, anziché fare la fatica di trovarle da soli con il rischio di sbagliare.
Perché vi parlo di un argomento così scontato?
Perché penso che lo stesso trabocchetto si trovi anche sulla strada dei fedeli-adulti di varie religioni che, anziché fare la fatica di elaborare una propria coscienza spirituale, preferiscono "copiare" le soluzioni indicate dalla morale a cui aderiscono.
Molte dottrine religiose sono impostate su dogmi e precetti non da capire, ma da credere e praticare, e così propongono un messaggio che è autentica manna per tutti coloro che sono “sensibili” alla tentazione scolastica di copiare le soluzioni.
Purtroppo per loro, questi fedeli-copioni non potranno mai diventare pienamente consapevoli della materia di studio.
Invece... essere cristiani-ramirici significa anche vincere finalmente questo tipo di tentazione, per costruire una morale che sia il frutto della coscienza... e non la prigione della stessa.
Certo... è proprio una gran fatica elaborare una propria coscienza spirituale che non si limiti alle risposte pre-confezionate, ma questo è l'unico modo che io ho trovato per vivere la religione... e per non subire la religione.


CONVINZIONI... E NON CONVENZIONI

C'è una parola assai usata che va presa con le pinze, perché dietro ad un significato palesemente apprezzabile ne cela anche uno molto meno nobile.
Mi riferisco alla “Rispettabilità”... uno status ambito da quanti mirano a costruirsi una posizione sociale che sia appunto rispettata da tutti, quale prova di dirittura morale e quindi di onorabilità.
Come non stimare chi riesce a consolidare una buona reputazione, riconosciuta e generalmente condivisa?
Però, spesso la rispettabilità sociale nasconde un risvolto molto meno edificante, laddove raggiungerla e difenderla significa aderire ad un sistema di convenzioni che impone il “sacrificio” di alcune delle proprie peculiari convinzioni.
Duemila anni fa la società “perbene” preferì il delinquente Barabba al sobillatore "rivoluzionario" Gesù, ed anche oggi coloro che decidono di vivere seguendo le orme del Cristo non riscuotono certo gli applausi della società, anzi... è molto più probabile che incontrino il rifiuto, l'emarginazione, lo sguardo sospettoso di tanti rispettabili benpensanti, infastiditi da chi si mostra privo di deferenza verso i dettami del conformismo.
Non è facile allontanarsi dalle carezze del consenso sociale, costruito il più delle volte su un intreccio di reciproche adulazioni, ma la strada che porta a raggiungere la vera nobiltà d'animo prima o poi mette ogni persona di fronte ad un bivio: quello che si divarica ad indicare da un lato la via della rispettabilità sociale... e dall'altro la via del sincero rispetto della propria coscienza spirituale, che non è di questo mondo.
La vita del Signore Gesù, come pure quella di altri grandi Maestri dello Spirito, fornisce un esempio assai esplicito: portare nel mondo il messaggio “rivoluzionario” dell'Amore di Dio significa anche uscire dai canoni della rispettabilità, accettando di essere “crocifissi” dalle sferzate della morale sociale “usurpata”.
Ben lo sanno i fedeli ramirici, che sulla loro pelle sperimentano ogni giorno come il cammino cristiano di Anima Universale richieda convinzioni... e non convenzioni.



CHIESA "ECCLESIA"

Domenica ho incontrato una signora che mi ha manifestato "allergia" nei confronti della parola "chiesa". Accompagnata da amici, è venuta per partecipare per la prima volta al darshan di Swami Roberto, e nel breve colloquio che ho avuto con lei mi raccontava di quanto l'avessero delusa le forme "istituzionali" di culto che aveva conosciuto nella sua vita, provocandole una sorta di "crisi di rigetto" nei confronti di qualsiasi forma di "apparato" religioso che si proponga di fungere da intermediario tra Dio e gli uomini.
Così, in riferimento ad Anima Universale mi chiedeva: "Ma perché un'altra chiesa, visto che già ce ne sono tante... anche troppe?"... spiegandomi che lei aveva sempre avuto fede in Dio, sentendone la presenza nel profondo del suo cuore, ma non riusciva più a conciliare l'esigenza del suo animo con una qualsiasi pratica religiosa organizzata ecclesiasticamente.
Parlando con questa persona, ho dovuto crearmi un varco nel suo consistente cumulo di generalizzazioni... "le chiese sono tutte organizzazioni di potere politico-economico... i sacerdoti son lì a predicare bene, e a razzolare male".
Non è stato agevole spiegarle che non poteva limitarsi ad applicare ad Anima Universale i suoi preconcetti sulla religione. Alla fine ha però compreso che Anima Universale è Chiesa nel senso originario del termine "ecclesia": un'assemblea di credenti riuniti nel comune intento di pregare Dio, ben lungi da quelle chiese che si arrogano un potere spirituale organizzato gerarchicamente, e che pretendono di "concedere" Dio agli uomini.

In questa persona ho rivisto le difficoltà che avevo già riscontrato in altri, soprattutto giovani, che in passato mi avevano palesato analoga avversione alla religione, ed io stesso la pensavo così quando ancora non avevo conosciuto Swami Roberto.
Io penso che questo atteggiamento sia figlio di un panorama religioso nel quale oggi tante "Chiese" sono ben differenti da ciò che le primitive comunità di cristiani intendevano con il termine ecclesia... e così, non è sempre semplice far capire che Anima Universale non si è allontanata dal significato originario del termine.





PENSIERI... "A CALDO"

Poiché la tutela dell'ambiente è un tema vitale e sempre più improrogabile, con il quale chiunque ha la responsabilità spirituale di confrontarsi, ogni voce che fa opera di sensibilizzazione e contribuisce al dibattito va accolta con favore... tanto più se si tratta di una voce pronunciata da un pulpito che raggiunge le folle, com'è il caso dell'Enciclica “Laudato si'” di Papa Francesco.
Pur se non è mia intenzione aggiungermi alle frotte di commentatori che già si stanno sbizzarrendo... e neanche di sostituirmi alle autonome valutazioni che ciascuno, cattolico o non, può fare leggendone il testo... una rapida lettura delle sue pagine mi ha però fatto tornare in mente un argomento che ho recentemente affrontato in questo mio diario.
Solo qualche giorno fa scrivevo infatti che gli insegnamenti di Swami Roberto... riguardo al concetto di Dio Padre e Madre, e sul tema del sacerdozio femminile... lo rendono un “corridore in fuga” rispetto a molti altri cristiani suoi "inseguitori"  e, neanche a farlo apposta, mi ritrovo questa sera a ribattere sul “ferro ancora caldo”, dopo essermi trascritto alcune righe dell'Enciclica papale.
Ad un certo punto, Papa Bergoglio scrive infatti : « I Vescovi del Brasile hanno messo in rilievo che tutta la natura, oltre a manifestare Dio, è luogo della sua presenza. In ogni creatura abita il suo Spirito vivificante che ci chiama a una relazione con Lui. La scoperta di questa presenza stimola in noi lo sviluppo delle “virtù ecologiche” ».
Poiché funge da stimolo delle “virtù ecologiche” dei fedeli cattolici, ben venga la “scoperta” di questo principio che comunque già da sempre... posso felicemente sottolinearlo...  è fondamento teologico del cristianesimo ramirico, il cui Pensiero riconosce la presenza del divino Spirito vivificante in ogni forma vivente della natura, in quanto "abitata" da Cristo.

« Quando l'uomo spirituale realizza che la Vita è Dio, può adorarLo anche in un filo d'erba. 
Non avrà più importanza la forma, ma solo l'Essenza. »
       (Swami Roberto) 

Però, penso io, chissà perché questo concetto insegnato da Swami... ovvero il fatto che la natura non è soltanto la manifestazione di Dio ma, ben di più, “il luogo della sua presenza” (com'è stato detto, per l'appunto, anche dai Vescovi brasiliani citati dal Papa)... ha indotto in passato alcuni "osservatori" cattolici ad affibbiare alla mia Chiesa Anima Universale l'etichetta di “panteismo” (dal gr. pân ‘tutto’ e theós ‘Dio’).
A rigor di logica, questi "osservatori" si trovano oggi di fronte ad un bivio:
- O adottano “due pesi e due misure”, valutando come "ortodossa" la “scoperta” cui fa riferimento Papa Bergoglio... e continuando invece a considerare come una "deriva" cristiana panteista l'uguale concetto insegnato da Swami Roberto
- Oppure, affibbiano la stessa etichetta di panteismo anche ai Vescovi brasiliani e al Papa che li ha citati... il che, ovviamente, non accadrà mai.

Esisterebbe in realtà anche una terza ipotesi...
Questi “osservatori” potrebbero ammettere di essersi sbagliati, riconoscendo che questo concetto teologico di Anima Universale è un'anticipazione pluri-decennale di ciò che oggi dice il Papa ma... mentre sto scrivendo questo pensiero... mi dico che già solo il fatto di pensarlo è di un ottimismo esagerato.

Non mi resta cosi' che tornare alla realtà e, visto che sono in tema, concludo questi miei pensieri "a caldo" con un estratto dalla mia personale "enciclica sull'ambiente" costituita, ovviamente, dagli insegnamenti forti e chiari del corridore in fuga Swami Roberto:

« Dio è l'unico Signore dell'universo, e troppi se ne stanno dimenticando… 
L'inquinamento avanza, lo smog ci annienta, i virus aumentano… 
Molte persone diventano sempre più cieche, insensibili, e sorde... nell'anima. 
L'umanità deve riscoprire il rispetto per l'ambiente smettendo di distruggerlo per ignoranza o per eccesso di sfruttamento a fine egoistico-economico. 
Se ti allontani dall'Amore diventi inferiore al più primitivo degli animali e purtroppo, a differenza di esso, “sporchi” il tuo mondo e avvelenandolo uccidi i figli dei tuoi figli. » 
       (Swami Roberto, tratto dal libro "Un raggio di Luce sulla via verso la Meta", pubblicato nel 2001)



RIVERBERO FRANCESCANO

A distanza di qualche giorno dalla prima rapida lettura dell'Enciclica "ecologica" di Papa Bergoglio, i miei “pensieri a caldo” hanno avuto il tempo di raffreddarsi
ma non del tutto... visto che mi hanno lasciato in eredità una sorta di "riverbero" francescano, favorito anche dalla venuta del Papa nella città di Torino.
La sua presenza, a pochi chilometri dal mio monastero, ha infatti riportato nei miei pensieri la sua lettera pastorale e... pur se rimane intatto il mio proposito di non entrare nel suo merito prettamente “confessionale”, che ovviamente attiene ai fedeli cattolici che seguono il loro Pastore... io oggi ripenso a Francesco di Assisi e, in particolare, ai passaggi nei quali il Papa lo definisce un “cuore universale” presentandolo giustamente come un modello da seguire... e non soltanto dal punto di vista ecologico.
« Quando il cuore è veramente aperto a una comunione universale, niente e nessuno è escluso da tale fraternità » scrive il Papa, ed è in particolare questo suo riferimento ad interpellarmi oggi in modo del tutto speciale, facendomi pensare che nello spirito di San Francesco... che non faceva distinzioni tra creature di serie A e di serie B e viveva nello spirito di fratellanza con i fiori, gli animali e tutto il creato... non poteva di certo esserci spazio per qualunque cosa mettesse un freno a questa sua universalità, men che meno... ovviamente... nei confronti delle persone di altra cultura e fede religiosa.
A confermare questa mia convinzione sono peraltro le stesse parole del Papa, il quale osserva come “« Si avverte a volte l’ossessione di negare alla persona umana qualsiasi preminenza, e si porta avanti una lotta per le altre specie che non mettiamo in atto per difendere la pari dignità tra gli esseri umani. »...
Nel sottoscrivere a mia volta questa affermazione... che sottolinea il principio di un amore per la natura che non può ovviamente essere disgiunto dall'amore per gli esseri umani i quali, anzi, devono essere messi al primo posto... si rinforza in me un interrogativo che mi accompagna peraltro da parecchio tempo, e al quale non smetto di sperare di poter dare un giorno risposta.

Io mi chiedo fino a che punto l'invito del Papa all'unione di intenti focalizzato sul campo fondamentale dell'ecologia, per tutelare la “casa comune” di tutta l'umanità... sia un invito che si traduce anche in una nuova “apertura” della Chiesa cattolica verso le altre religioni che abitano in questa stessa “casa comune”.
In altri termini, io mi chiedo se all'invito ad imitare la divina sensibilità del “cuore universale” di Francesco di Assisi, che chiamava "fratello e sorella" tutte le creature... corrispondano poi dei concreti passi cattolici anche verso l'imitazione della sua “anima universale” che, ne sono certo, tra i fratelli e le sorelle non poteva non includere anche le “creature" costituite dai fedeli appartenenti alle religioni diverse dalla sua.
In realtà... ahimè... proprio riguardo a questo particolare aspetto la mia personale esperienza mi ha fornito svariati "segnali" provenienti dal mondo cattolico che, almeno fino ad oggi, nei confronti della mia Chiesa vanno in ben altra direzione rispetto alla fratellanza senza limiti e confini vissuta e insegnata da San Francesco:
E' come se, per certi “alti prelati”, tra tutte le creature che insieme lodano Dio, non ci possano stare le "creature" costituite dai fedeli cristiani-ramirici.
Però, visto che “finché c'è vita c'è speranza”, a me piace pensare... perché no... che il vento dello spirito francescano possa prima o poi soffiare e fare breccia in questi cuori poco “universali”, anche se... per incrinare la rigidità di certe posizioni... più che dei “soffi” servirebbero delle robuste ed insistite “folate di vento”... soprattutto di carità cristiana e di buon senso.

In ogni caso, dal momento che lo spirito francescano non è un qualcosa che si possa ereditare per diritto acquisito, ma una divina sensibilità che appartiene a chiunque segua per davvero l'esempio dell'immenso Francesco di Assisi, io sono contento di poter cercare ogni giorno di vivere nel concreto questa divina realtà, grazie al messaggio “cristiano-francescano” che ho trovato ed abbracciato nella mia Chiesa Anima Universale.

« Fratello Francesco è vissuto per aiutare i poveri, soprattutto i poveri di Conoscenza spirituale.
Con la sua vita, come Madre Teresa di Calcutta, ha testimoniato che per Dio non vi è differenza se un povero è musulmano, cristiano o buddhista…
Un povero è sempre un povero, un uomo è sempre un uomo.
In qualunque luogo della terra si trovi, Dio abita in lui.

Tutti siamo chiamati all'Amore, indi alla fratellanza.
       (Swami Roberto)


CRISTIANESIMO PREDICATO...
E PRATICATO


Poiché, come si sa, non c'è due senza tre... dopo i miei pensieri a caldo” ed il “riverbero francescano”, oggi concludo questo mio trittico di articoli scaturiti dall'Enciclica papale, osservando dalla “finestra” del mio diario la pagina di storia religiosa che è stata scritta lunedì 22.06.15 quando Papa Francesco, nel Tempio valdese di Torino, ha detto:
“Da parte della Chiesa Cattolica vi chiedo perdono. Vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi. In nome del Signore Gesù Cristo, perdonateci!”
A questa significativa affermazione del Papa hanno corrisposto, tra le altre, le parole del moderatore della Tavola Valdese pastore Eugenio Bernardini, che ha  dichiarato "Con questa visita, il Papa ha varcato un muro alzato otto secoli fa, quando la nostra chiesa fu accusata di eresia e scomunicata dalla Chiesa romana"...
Nell'applaudire a questo perdono, stamattina io pensavo a quanto possano essere lunghi i tempi storici di certi passi riparatori e, di riflesso, mi chiedevo quale valore possano avere i fatti di oggi per le generazioni e generazioni di cristiani valdesi violentemente discriminati durante la loro vita.
Ho trovato una risposta in una dichiarazione fatta a tal riguardo dal pastore Bernardini “La storia non si cambia, quello che è accaduto è accaduto, le esclusioni, i pregiudizi, i martiri ci sono stati, l’importante è che la chiesa di oggi esprima un giudizio storico, le parole sono importanti, le abbiamo apprezzate”... 
In effetti, mi son detto, sarebbe stato ovviamente meglio se di questo pur lodevole ravvedimento cattolico avessero potuto beneficiare i "martiri" valdesi del passato, e dello stesso avviso sarà senz'altro anche Papa Francesco, alla luce della sensibilità dimostrata nella sua storica presa di posizione.
Senonché... è proprio questa la constatazione che, attraversando la mia odierna “finestra”, raggiunge il presente della mia vita religiosa perché, a differenza dei cristiani discriminati nel passato... rispetto ai quali purtroppo “ciò che è stato è stato”... io oggi continuo incredibilmente a vivere "in diretta" una storia di cristiana discriminazione nei confronti della mia Chiesa Anima Universale, riassunta nelle ben poco benevole "attenzioni" rivolteci nel 2010 dall'allora Arcivescovo di Torino Card. Severino Poletto.
Visto che nessun rappresentante cattolico ha mai posto rimedio a quella sua medievale dichiarazione, pesantemente discriminatoria nei confronti dei cristiani che formano Anima Universale, io oggi mi interrogo su quali siano le ragioni che possono giustificare una linea di condotta nei confronti dei cristiani valdesi... diversa rispetto a quella adottata nei confronti dei cristiani ramirici.

Pur immaginando che qualcuno possa anche ritenere equo che così come hanno dovuto aspettare otto secoli loro, altrettanto dobbiamo aspettare otto secoli noi... io invece credo che sia a dir poco contraddittorio lasciare che la discriminazione agisca indisturbata quando può fare più danno... per pentirsene soltanto “a cose fatte” con il classico “senno di poi”. 
Anche perché, se leggo le parole pronunciate lunedì dal Papa : “Uno dei principali frutti che il movimento ecumenico ha già permesso di raccogliere in questi anni è la riscoperta della fraternità che unisce tutti coloro che credono in Gesù Cristo e sono stati battezzati nel suo nome”... e poi quelle altrettanto chiare del pastore Bernardini "Ciò che unisce i cristiani raccolti intorno alla mensa di Gesù sono il pane e il vino che egli ci offre e le sue parole, non le nostre interpretazioni che non fanno parte dell’evangelo”... io mi chiedo quali siano le ragioni per cui questo principio non debba essere applicato nei confronti della Chiesa cristiana Anima Universale, che appunto crede in Gesù Cristo, battezza nel Suo nome, e si raccoglie intorno alla Sua mensa con il pane e il vino che Egli ci offre.
Evidentemente, si tratta di una domanda ancora in attesa di quella cristiana risposta che fino ad oggi non ha avuto... e questo silenzio è per me un indicatore della distanza che può esistere tra il cristianesimo predicato, e quello praticato.   

«Tutti dicono:
“Dio è un mistero”, 

ma in realtà
Lui è sempre Sé stesso. 
L’unico mistero che esiste nell’Universo 
è l’essere umano
con le sue drammatiche contraddizioni,
che si ripetono
nel corso della Storia.» 
       (Swami Roberto)



COME TUTTI SANNO...

Come tutti sanno (o perlomeno dovrebbero sapere), il Tempio di Anima Universale è “Casa di preghiera per tutte le genti” (Is 56,7; Mc 11,17)... e per questa ragione le attività spirituali e di culto che si svolgono nel Monastero di Leinì sono gratuite e aperte a TUTTI. Anche gli atei sono i benvenuti.
Ma non tutti sanno che talvolta nel nostro Monastero giungono delle persone mandate da altre “parrocchie” per creare confusione e seminare zizzania.
L’ultima invenzione che mi è giunta oggi alle orecchie è la seguente:
“Soltanto i battezzati in Anima Universale possono essere aiutati da Swami Roberto… possono partecipare al suo Darshan o chiedere un colloquio con un monaco Ramia”.

Evidentemente è l’invidia che incita qualcuno a diffondere queste “bufale”, per tenere lontane le persone che non conoscono bene la nostra Chiesa.



DUE LEGGI INCONCILIABILI

“Prezzo” è il nome della “legge terrena” fondata sul denaro, secondo la quale tutto deve essere pagato e  nessuno ti dà niente per niente
“Grazia” è invece il nome della ”Legge dell'Amore di Dio, che si dona GRATIS (dal latino “gratia”, che significa favore, benevolenza) senza nulla chiedere in cambio.

La Legge della Grazia è una legge straniera per i cultori della mentalità del mondo, i quali non si sentono minimamente chiamati a darle attuazione e, tutt'alpiù, egoisticamente auspicano che siano gli altri ad essere così fessi da praticarla.
Secondo questa logica ciò che viene donato “per grazia” non merita neanche un grazie di ritorno, ovvero non merita neanche la gratitudine... perché unicamente ciò che costa caro è considerato "di valore".
Molti trascinano anche Dio in questo meccanismo pecuniario e così Lo “svalutano”... perché la Sua “Gratia” perfetta, che si dona gratuitamente... secondo la loro mentalità “economica” non vale nulla.
Addirittura... anche tante confessioni religiose si sono “convertite” a questa legge del mondo, ed hanno pensato bene di far pagare i loro rituali (non solo le indulgenze di medievale memoria, ma anche odierne messe per defunti, funerali e quant'altro) fissando così un prezzo pure per le cose di Dio.
Si tratta evidentemente di una profanazione della Legge celeste che però, grazie a Dio, viene ancora praticata... dalle “mosche bianche”.
Una di esse è Anima Universale, una Chiesa “fuori dal mondo” che non ha tariffe e vive esclusivamente di Provvidenza.
Pensate... ci sono tanti seguaci della legge terrena che snobbano Anima Universale proprio perché "ragionano" in questo modo: chi non si fa pagare non vale niente, per cui è meglio cercare “preziosi” rituali e corsi a pagamento.

Però... ci sono anche i discepoli della Legge celeste che hanno riconosciuto in Anima Universale la loro Chiesa.
Dai loro cuori sgorga la gratitudine di chi apprezza il valore di ciò che è donato per Grazia e così danno forma alla Provvidenza, che permette alla Chiesa Anima Universale di realizzare opere di solidarietà miracolose..



E' DANDO CHE SI RICEVE

Stamattina ripensavo ad una persona che ha telefonato un paio di settimane fa per ringraziare Swami Roberto. Mi ha detto che il miracolo da lei ricevuto le ha restituito la vita a fronte di una diagnosi clinica altrimenti drammatica.
Questa telefonata me ne fa tornare in mente innumerevoli altre che si sono felicemente impresse nel mio cuore nel corso del ventennio di vita religiosa che ho trascorso nel monastero di Leinì.
Purtroppo però mi sono trovato spesso a constatare che i più non hanno tenuto assolutamente in considerazione la nota Legge divina che Francesco di Assisi esprimeva così: “E' dando che si riceve”.
Infatti... per poter ricevere una grazia... è fondamentale prima “dare” la propria fede nella preghiera... ma non solo.
Poi, di fronte all'aiuto che si manifesta, è altrettanto fondamentale saper anche “dare” la risposta “giusta” che... evidentemente... non può essere quella di una semplice telefonata, fatta di belle parole con la quale si "archivia" la pratica.
Coloro che rispondono “dando” a Dio la propria superficialità, se non addirittura dimostrandosi ingrati, si negano da soli la possibilità di “ricevere” da Lui ulteriori grazie.

Vi assicuro che non sono così tanti coloro che alla grazia ricevuta “danno” la risposta della loro gratitudine concreta... fatta di opere di bene, magari (perché no?) incominciando proprio con l'aiutare la Chiesa dove la grazia è stata ottenuta.


UN RICORDO CHE RIAFFIORA DAL PASSATO

Oggi, dopo tanto tempo ho sfogliato l'album delle foto della mia infanzia...
Tra le tante, l'immancabile reportage della Prima Comunione.
Ricordo ancora l'attesa per quel giorno: il prodigarsi di mia madre per mettere da parte i soldi per il vestito bello, e la mia collaborazione per un obiettivo che era valso il sacrifico di alcuni giocattoli e di qualche merendina.
Poi il viaggio al negozio... la scelta di un completino beige, camicia bianca con farfallina blu, scarpe nuove fiammanti... e finalmente il gran giorno:
i compagni di classe vestiti di tutto punto, le mamme contente di non aver fatto sfigurare il “loro amore” davanti agli amici...
tutti noi belli e contenti a sfoggiare l'abito nuovo. Tutti tranne uno, primogenito di una famiglia numerosa e poverissima, costretto a mettere le stesse scarpe e gli stessi pantaloni di ogni giorno... con la sola novità di una camicia mai indossata prima, probabilmente quella “delle feste” di suo padre, visto quanto gli stava grande.
Mi ricordo ancora adesso che quando vidi quel mio carissimo compagno di giochi, non riuscii ad incrociare con immediatezza il suo sguardo, tanto era la paura di vedere, di fronte al mio “privilegio”, la sua espressione triste.
Ricordo che mentre andavo al ristorante, pensavo a quell'ulteriore smacco che lui era costretto a subire nel non potersi permettere il pranzo che la tradizione imponeva, “per fare una Comunione come si deve”... così si usava dire.
In quel giorno tanto atteso, mi sentii come un ladro che rubava la felicità dal cuore di un amico.
Quella “festa” mi fu portatrice di un dispiacere così marcato, che ancora oggi lo ricordo benissimo.
In pratica lì iniziò la mia disaffezione verso quel modo di intendere la pratica religiosa, vissuta come pretesto di ostentazione. Il mio cuore mi diceva tutt'altro!
Quella cicatrice si rimarginò completamente soltanto quando incontrai la liturgia di Anima Universale, e con essa scoprii il rito religioso vissuto per coscienza, e non per pro-forma.



SPAZI FUORI DAL MONDO

Gli Ashram-Monasteri di Anima Universale sono luoghi di pace, di ascolto, di silenzio, di preghiera, di gioia... e di rinascita per molti.
Sì, questi sono spazi "fuori dal mondo", pur essendo nel mondo... sono luoghi nei quali si vive un concetto di spiritualità onnicomprensivo ed universale, perché gli insegnamenti di Swami Roberto portano a riconoscere quei valori, intrinseci ad ogni animo umano, che permettono alle persone di incontrarsi sul comune terreno della spiritualità.
Proprio il riconoscimento dell'intima dignità spirituale di ogni individuo, al di là della differente fede (ed anche, a volte, in mancanza della stessa), fa sì che nei Centri di Anima Universale si vada veramente contro la "corrente" di un mondo in cui, invece, troppi fomentano discriminazioni ed emarginazioni di ogni tipo, alimentando un moralismo di facciata che genera pregiudizi e sofferenze.
Conformemente alla nostra vocazione sacerdotale, io ed i miei confratelli Ramia ci prodighiamo affinché nei nostri Centri trionfino sempre la carità, la comprensione e la compassione verso i sofferenti nell'anima e nel corpo, senza che mai le differenze culturali e religiose tra le persone possano diventare delle barriere, anzi... la nostra missione spirituale è volta a far sì che le eventuali diversità di opinioni vengano considerate un potenziale di dialogo e di arricchimento reciproco, nella convinzione che la capacità di accettare il "diverso" è una delle mete più alte nel processo di crescita umana e sociale.




UNA GRANDE NOTIZIA:

Una grande notizia: possiamo cambiare il mondo!
PERO' bisogna andare proprio contro-corrente...

...per vivere la fratellanza a "trecentosessantagradi"... nonostante un'umanità traboccante di razzismo e pregiudizi;

...per diffondere rispetto ed integrazione tra le differenti fedi... nonostante i sempre più impetuosi venti di intolleranza religiosa;

...per costruire una società più aperta e giusta... nonostante un pianeta diviso da barriere ed iniquità di ogni tipo;

Cambiare il mondo si può! Ma per farlo bisogna essere proprio degli "sconsiderati" che non si preoccupano di dover far fronte alla corrente avversa...
... "sconsiderati" come Swami Roberto, che è nato "folle"... "folle d'Amore".

Tanti auguri a tutti, per un NUOVO anno... veramente NUOVO, dentro e fuori di noi.

Io ho un sogno...






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