Questo sono io, Massimo Corato... mooolti anni orsono.
Ne è passato di tempo da quel giorno in cui stavo giocando con la noce di cocco: ora sono circa un metro e mezzo più alto, e i capelli sono decisamente di più.
Da ragazzo ho praticato per tanti anni l'atletica leggera a livello agonistico, ed il giorno che ricordo più volentieri è stato quello in cui mi sono laureato Campione italiano allievi di staffetta, insieme agli amici con cui condividevo l'impegno di ben due ore giornaliere di duro allenamento. Era il 13 giugno del 1982. (Se ce la fate a leggerla, la prima colonna parla di noi)
Oltre all'atletica leggera, un'altra mia grande passione sono sempre stati i libri; ne ho divorati a migliaia... e qualcuno l'ho anche scritto.
Pensate: una mia “opera” giovanile sul calcio, realizzata in collaborazione con il mio compaesano Dino Caliaro, ha ottenuto una bellissima recensione nientepopodimenoche da Paolo Facchinetti, direttore della più importante rivista sportiva italiana: il Guerin Sportivo. Come potete leggere in fondo alla recensione titolata "Due ragazzi in gambissima", il direttore ci ha onorato di parole bellissime:
Tornando a me, dopo il diploma a pieni voti presso l'I.T.C. "Fusinieri" di Vicenza, per alcuni anni sono stato impiegato alla Banca Commerciale Italiana, prima di iniziare la libera professione di Consulente aziendale per un gruppo di aziende del Vicentino.
[Qui sopra sto ritirando la borsa di studio conferitami dalla Fondazione Corà - Altavilla (VI)]
[Qui sopra sto ritirando la borsa di studio conferitami dalla Fondazione Corà - Altavilla (VI)]
Poi... la mia vita ha avuto una svolta quando, sul finire degli anni '80, ho incontrato il mio Maestro spirituale, Roberto Casarin. La sera dell'11 gennaio 1997 alle 23 iniziò la funzione religiosa nella quale, poco dopo la mezzanotte, coronai la mia vocazione religiosa consacrandomi a Dio. Da allora, faccio parte della comunità monastica di Anima universale.
Ramia Massimo II
Ah, dimenticavo... vi racconto un piccolo aneddoto: nel paese di neppure 1500 abitanti dove abitava la mia famiglia, nel maggio del 1965 - a tre giorni di distanza l'uno dall'altro - sono nati due bambini. I rispettivi genitori, gli uni all'insaputa degli altri, hanno chiamato i neonati allo stesso modo: Massimo. Considerando che entrambe le famiglie di cognome fanno Corato, si è creata un'omonimia perfetta. Ora... il secondo di questi bambini sono io, per cui, sin dai tempi dell'asilo, per distinguermi dal mio omonimo Massimo Corato, tutti mi hanno chiamato Massimo "secondo". Neanche a farlo apposta, la storia si è ripetuta quando sono diventato monaco Ramia, visto che in Anima Universale c'era già un ramia Massimo. Così, nella vita da consacrato il mio nome è ramia Massimo II. Beh... ci sono abituato, io sono Massimo II da sempre! Ma sì, meglio secondo che non classificato, o addirittura squalificato!